
La valutazione neuropsicologica è un processo clinico e psicometrico finalizzato a delineare il profilo cognitivo di un individuo attraverso l’uso di test e scale standardizzate e validate scientificamente. Questo esame approfondisce diverse abilità cognitive tra cui:
- orientamento: capacità di riconoscere il tempo e lo spazio
- memoria: abilità di immagazzinare e richiamare informazioni
- attenzione: capacità di concentrarsi su stimoli specifici
- linguaggio: abilità di comprendere e produrre parole
- funzionamento intellettivo (QI): capacità di ragionamento e problem solving
- funzioni esecutive: processi come pianificazione organizzazione e controllo inibitorio
- prassia: capacità di eseguire i movimenti finalizzati
Oltre agli aspetti cognitivi, la valutazione considera anche l’autonomia nelle attività quotidiane e gli aspetti emotivo comportamentali. Il processo di valutazione si articola in diverse fasi:
- colloquio iniziale: anamnesi e raccolta di informazioni sulla storia del paziente coinvolgendo anche familiari se necessario
- somministrazione dei test neuropsicologici: esecuzione di prove standardizzate per valutare specifiche funzioni cognitive
- formulazione della diagnosi neuropsicologica: analisi dei risultati per identificare eventuali deficit o aree di forza
- restituzione dei risultati: condivisione delle conclusioni proponendo eventuali interventi e strategie di supporto.
Obiettivo principale della valutazione neuropsicologica è avere una fotografia dello stato cognitivo attuale che può portare all’identificazione di patologie che influenzano le funzioni cognitive. Attraverso tale valutazione è possibile pianificare il trattamento, ovvero sviluppare interventi riabilitativi o di supporto e monitorare il decorso della malattia e l’efficacia del piano terapeutico. La valutazione è consigliata in diverse situazioni tra cui: disordini del neurosviluppo (ADHD, spettro autistico, disturbi dell’apprendimento), sospetta perdita di memoria e deterioramento cognitivo, patologie neurologiche (demenza e Parkinson), esiti di ictus o traumi cranici, disturbi psichiatrici come depressione o ansia che influenzano le funzioni cognitive.